martedì 26 febbraio 2013

Aforismi Giulio Andreotti

Giulio Andreotti

Giulio Andreotti è un politico, scrittore e giornalista italiano. È stato uno dei principali esponenti della Democrazia Cristiana, protagonista della vita politica italiana per tutta la seconda metà del XX secolo.
Data di nascita: 14 gennaio 1919, Roma
Partito: Democrazia Cristiana
  • Il potere logora chi non ce l'ha.
  • A parte le guerre puniche, mi viene attribuito veramente tutto.
  • A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.
  • L'umiltà è una virtù stupenda. Ma non quando si esercita nella dichiarazione dei redditi.
  • La cattiveria dei buoni è pericolosissima.
  • Quando scrivo un libro non mi estraneo dal mio impegno politico anche se cerco di immedesimarmi a fondo nelle situazioni studiate e descritte, attualizzandole e prendendole in un certo senso a prestito.
  • La stabilità è l'obiettivo naturale per ogni espressione di potere politico ed è una finalità indispensabile per una nazione che ha conosciuto cinquanta anni fa le conseguenze nefaste di un periodo di estrema debolezza governativa, crisaiola e poco concludente.
  • In Italia vi è un'onda di corsi e ricorsi che fa passare l'opinione pubblica media, e talvolta anche quella di cospicue personalità politiche, da una autarchia avvilente e incostruttiva a una vera e propria soggiacenza alle altrui esperienze e fenomenologie.
  • Non basta avere ragione: bisogna avere anche qualcuno che te la dia.
  • Se fossi nato in un campo profughi del Libano, forse sarei diventato anch'io un terrorista.
  • [Sullo sciopero della fame attuato dalla senatrice Franca Rame contro l'allargamento della base militare di Vicenza] Assicuro la gentile collega che può contare sulla mia solidarietà: tra un pasto e l'altro non prenderò cibo.
  • Austerità: costume di parsimonia nel comportamento e nell'utilizzo dei beni; tanto più meritevole se non imposta e strettamente necessaria.
  • Chiederei di essere esentato dal parlare di contemporanei, molti dei quali seguo - nei limiti di tempo che mi sono consentiti - e apprezzo. Ma non vorrei assumere le funzioni di un giudice.
  • Chiudo un occhio sui peccati di gola purché non si consumino con troppi generi d'importazione danneggiando la bilancia commerciale. Almeno per l'attuale periodo perfezionerei un famoso detto popolare: "Moglie, cibi e buoi...", comprendendo in questi ultimi soprattutto quelli destinati a bistecche.
  • Clericalismo: la confusione abituale tra quel che è di Cesare e quel che è di Dio.
  • Credo fermamente ai ricorsi storici ed in qualche modo alla immutabilità della subcoscienza collettiva delle città e delle popolazioni.
  • Da studente, la lettura dei classici, che di solito si subisce come una tortura, a me piacque molto. È nata forse lì una mia simpatia per Cicerone, che mi portò fino a presiedere un istituto di studi sul grande Arpinate.
  • In quanto ai romanzi - se vogliamo trascurare una divertente parentesi giovanile per Wodehouse, ma che disillusione rileggerlo ora... - non ho avuto né ho particolari preferenze.
  • Tra gli autori di ieri, a Fogazzaro va la mia convinta simpatia. Ma resta per me insuperata l'attrattiva verso la stupenda costruzione logica delle pagine di Biagio Pascal.
  • Avrei dovuto, sia pur con rammarico ma per coerente obiettività, rinunciare a partecipare a questa collana di meditazioni non avendo trovato tempo sufficiente per coordinare idee, controllare fonti e stendere senza fretta un presentabile testo. Tra i due mali - quello dell'inadempienza e quello della inadeguatezza - ho scelto tuttavia il secondo e sono qui lo stesso a dichiarare, senza esitazioni e scontando tutte le possibili critiche, che lascio aperte molte lacune e non approfondisco neppure a dovere i singoli punti che ho individuato come linee-guide di un discorso compiuto che in argomento andrebbe ben altrimenti fatto.
  • Un punto fermo è quello della non opportuna modificabilità della costituzione.
  • La libertà vera ha un intrinseco contenuto di moralità, irrinunciabile.
  • Dire no alla repubblica presidenziale in Italia non significa esprimere un giudizio svalutativo sul modo di reggersi degli Stati Uniti d'America o di altri paesi.
  • Nella sua semplicità popolare il cittadino non sofisticato, passando dinanzi al parlamento o ai ministeri, è talora indotto a porre il dubbio se sia proprio lì che si governi l'Italia.
  • Amo talmente tanto la Germania che ne preferivo due.
  • Aveva spiccatissimo il senso della famiglia. Era infatti bigamo ed oltre.
  • Ci sono pazzi che credono di essere Napoleone e pazzi che credono di poter risanare le ferrovie dello Stato.
  • Ho visto nascere la Prima Repubblica, e forse anche la Seconda. Mi auguro di vedere la Terza.
  • I miei amici che facevano sport sono morti da tempo.
  • In politica i tempi del sole e della pioggia sono rapidamente cangianti.
  • Meglio tirare a campare che tirare le cuoia.
  • Non bisogna mai lasciare tracce.
  • Vi è un genere pericoloso di numismatici: i collezionisti di moneta corrente.
  • Essendo noi uomini medi, le vie di mezzo sono, per noi, le più congeniali.
  • I Verdi sono come i cocomeri: verdi fuori ma rossi dentro.
  • Preferisco andare ai battesimi piuttosto che ai funerali.

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