domenica 24 febbraio 2013

Aforismi Jorge Amado

Jorge Amado

Jorge Amado è stato uno scrittore brasiliano.
Data di nascita: 10 agosto 1912, Itabuna
Data di morte: 6 agosto 2001, Salvador





  • La notte corre incontro a se stessa.
  • I lavoratori delle piantagioni recavano il vischio del cacao molle attaccato alla pianta dei piedi, come una spessa scorza che nessun'acqua al mondo avrebbe mai lavato. Ma tutti avevano il vischio del cacao attaccato all'anima, nel profondo del cuore.
  • Io dico no quando tutti, in coro, dicono sì. Questo è il mio impegno.
  • Il miglior tonico esistente è l'amore.
  • Voglio soltanto raccontare delle cose, alcune divertenti, altre malinconiche, proprio come è la vita. La vita, che breve navigazione di cabotaggio!
  • Dovunque io vada porto il Brasile con me, purtroppo non porto con me la farina di manioca, ogni giorno mi manca, a pranzo e a cena.
  • In mezzo a quel bailamme s'udì Quincas dichiarare: "Mi seppelisco come voglio e al momento che mi pare. Mettete via la bara per un'altra occasione, non mi lascierò chiudere sotto terra in un cassone." E fu impossibile udire il resto dell'orazione.
  • Sensazione di sollievo, di benessere, il desiderio unico e urgente di vivere, insidiosa euforia, dolce pazzia: la rondinella liberata batteva le ali, pronta a prendere il volo alla scoperta del mondo. Manela rideva per un nonnulla. [...] Gildete lasciò posare lo sguardo sul viso di Manela e dietro la vivacità smodata, dietro la febbre della festa e dell'amoreggiare, riuscì a cogliere l'animo fermo, la decisione ormai presa – non c'era dubbio, aveva proclamato l'indipendenza.
  • Silenzio, ho detto! Arte moderna! Oscenità, arte degenerata! Il Führer col suo genio ha proibito questo schifo. Cose del genere non servono ad altro che a devirilizzare una nazione: ecco perché la Francia si è prostituita, trasformandosi in un paese di effeminati.
  • Sono immune dall’invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c’è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice.

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