venerdì 21 giugno 2013

Aforismi Renato Brunetta

Renato Brunetta

Renato Brunetta è un economista e politico italiano. Ha ricoperto dal 2008 al 16 novembre 2011 la carica di Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione.
Data di nascita: 26 maggio 1950, Venezia
Libri Renato Brunetta
  • Il Paese è con me, ma un pezzo del Paese no, e me ne sono fatto una ragione: il Paese delle rendite e dei poteri forti, e quello dei fannulloni, che spesso stanno a sinistra.
  • Volevo vincere il Premio Nobel per l'Economia. Ero... non dico lì lì per farlo, però ero sulla strada giusta. Ha prevalso il mio amore per la politica, ed il Premio Nobel non lo vincerò più.
  • Ho molti amici che hanno vinto il premio Nobel e non sono molto più intelligenti di me.
  • Sono meglio di Padre Pio.
  • Le donne sono una delle cose più belle della vita. A me piacciono eleganti, intelligenti, non dominatrici e concorrenti, accetto la sfida alla pari.
  • Credo nella passione, è sintesi tra emozioni, cuore e testa.
  • Per imparare ad amare bene può volerci una vita. Così anche per il sesso. Difficile essere bravi... con il tempo, forse. Ci si arriva o con l’intesa o con il sentimento, ma non sempre.
  • Non sono così ipocrita: il sesso ha anche una sua dimensione autonoma rispetto all’amore.
  • Le donne mi corteggiano molto ora che sono ministro, ma anche prima.
  • Del tango mi piace la vicinanza, l’attrazione, l’incastro tra i corpi, il ritmo e l’eleganza: è un atto sessuale.

    • Sono un uomo che si lascia abbracciare, mi arrendo alla mia donna, uno che sa dire ti amo. Mi vorrei sposare e vorrei un figlio. In astratto penso che sarei un padre palloso, insopportabile, ma forse con un bambino tuo poi diventi bravo.
    • Sono orgoglioso di essere figlio di gente povera. Figlio della Venezia popolare. Andavo a lavorare con mio padre, venditore ambulante di gondoete, gondole di plastica nera. E lì, sui marciapiedi di Cannaregio, ho imparato tutto. Il lavoro, il sacrificio. Vivevamo in nove in novanta metri quadri, con i miei due fratelli, mia zia vedova e i suoi tre figli. E comunque a casa mia non c'era un libro. Cominciai a studiare il greco di notte, di nascosto. Così ho dato l'esame per passare al Foscarini. Il figlio dell'ambulante, il piccolino, al liceo dei siori. Alla maturità fui il primo della classe.
    • Come mi ha insegnato mia madre, uso acquistare gli yogurt che i supermercati vendono scontati perché vicini alla scadenza.

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